I siti devono essere geologicamente stabili, devono avere tanta acqua ed essere relativamente poco popolosi. Se ne trovano in ogni regione italiana, dal Piemonte (a nord di Chivasso lungo il Po e lungo la Dorea Baltea a sud di Ivrea) alla Sicilia (la costa nel comune di Licata, la costa tra Marina di Ragusa e Torre di Mezzo, la costa intorno a Gela e quella a sud di Mazara del Vallo). In Lombardia si segue ovviamente il corso del Po individuando zone a sud di Mantova a sud di Cremona. Le coste del Lazio presentano diversi siti, come la zona costiera di Montalto di Castro (Viterbo); l'area di confluenza tra Nera e Tevere tra Magliano Sabina e Orte (Viterbo); l'area costiera di Borgo Sabotino (Latina). Così la Calabria: la zona costiera tra il fiume Nicà e la città di Cosenza; la zona costiera ionica vicino alla foce del Neto (Crotone) a nord di Crotone (Marina di Strongoli, Torre Melissa, Contrada Cangemi, Tronca); la zona costiera ionica in corrispondenza di Sella Marina, tra il fiume Simeri e il fiume Alli (Catanzaro).
In arancione i siti nucleari identificati dal CNEN. Clicca sull'immagine per ingrandire la mappa.
Per quanto riguarda le scorie, sono state individuate 52 aree che avrebbero le caratteristiche per sistemare i siti di smaltimento. Le aree sono ciascuna di circa 300 ettari, devono poter accogliere oltre ai depositi per le scorie di varia gradazione anche il parco tecnologico che a regime avrà oltre mille ricercatori. Ce ne sono in quasi tutta Italia, in particolare in provincia di Viterbo, nella Maremma, al confine tra Basilicata e Puglia, le colline emiliane, il piacentino e il Monferrato. Le zone saranno scelte in accordo con le regioni attraverso un'asta: la città che accetterà di avere nel proprio territorio una zona di smaltimento scorie riceverà forti incentivi economici.
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